I NOSTRI COMUNICATI La cimice asiatica arriva a minacciare la Tuscia

Scorri verso il basso e leggi l'intero articolo

E’ allarme per la presenza della cimice asiatica nei noccioleti dei Monti Cimini. Alcuni esemplari del pericolosissimo insetto, che mangia di tutto, sono stati individuate nella zona di Vallerano.

Un segnale in tal senso era stato lanciato dall’Unitus quasi un mese fa. Gli entomologi del dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’università della Tuscia coordinati dal professor Stefano Speranza, hanno avviato da tempo un piano di monitoraggio ambientale nei noccioleti della Tuscia e l’avevano anche individuata nel 2018, suscitando dei timori tra gli agricoltori. Ieri la conferma, perché l’Halyomorpha, che è praticamente identica alla cimice comune, è pericolosissima.

«È un insetto estremamente polifago ha spiegato il professor Speranza – ha la capacità di alimentarsi di tantissime piante di interesse agrario, forestale e ornamentale». E’ un bel problema: la cimice asiatica infatti non ha la passione per una pianta in particolare e ne ama molte. Il frutto del nocciolo è una delle sue preferite, però gradisce anche altre nostre tipicità, come la vite e il castagno. «Ci sono anche delle segnalazioni non confermate ha detto ancora il professor Speranza anche per l’olivo. Come Università della Tuscia siamo attivi insieme associazione di produttori, società e la Regione Lazio per proseguire il monitoraggio sui Monti Cimini».

Attualmente non ci sono dati certi sul ciclo biologico dell’insetto, «per cui stiamo proseguendo con le attività di studio di questo insetto, anche considerando il possibile uso della vespa samurai, che è un parassita delle uova di questa cimice. L’attività, in quest’ultimo caso, è coordinata dalla Regione Lazio», dice Speranza. C’è anche un messaggio per gli agricoltori: «E’ necessario mantenere alta l’allerta dice sempre Speranza e coordinarsi con le associazioni di produttori e i tecnici agronomi, per aumentare i punti di monitoraggio e per definire le aree dove è presente sui Cimini».

La cimice asiatica, per la cronaca, è arrivata nel Viterbese dopo aver infestato l’America del Nord, nel 2012.

L’Unitus, attraverso il Professor Speranza ha detto che l’antidoto esiste (la vespa samurai).

“Eravamo già in allerta visto che l’università aveva lanciato l’allarme: la notizia ci preoccupa non poco” – ha detto Piero Brama, presidente della Cpn (Cooperativaproduttori nocciole) di Ronciglione.

“Non a caso la nostra Cooperativa già a inizio stagione ha invitato tutti gli agricoltori a comunicare, attraverso canali ufficiali ed anche con un gruppo WhatsApp per facilitare al massimo la condivisione, eventuali rilevamenti di cimici dando immediata segnalazione del comune, della località e dei dati catastali. Auspichiamo ora un coordinamento unico tra Regione, enti locali, associazioni e produttori permettere in campo tutte quelle azioni che possano contrastare il propagarsi delparassita. Abbiamo già dato all’ateneo della Tuscia in varie occasioni massima disponibilità peril monitoraggio della cimice sui noccioleti ”.

Fonte_Il Messaggero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *